Jayco-AlUla, Michael Matthews racconta il rapporto speciale con Tadej Pogačar: “Mi permette di continuare a godermi il ciclismo”
Un legame speciale quello che unisce tra Michael Matthews e Tadej Pogačar. I due vivono molto vicini, entrambi a Monaco, e sono molto amici, malgrado corrano per squadre diverse e una differenza anagrafica di otto anni che fa sì che l’australiano sia ormai più vicino alla fine della carriera, mentre lo sloveno è nel pieno delle sue forze. Al contrario di molti suoi coetanei della ormai ex generazione d’oro del 1990, ormai in gran parte arresasi alla esponenziale e improvvisa crescita dei giovani rampanti, il portacolori del Team Jayco – AlUla sembra aver trovato nuova linfa ed entusiasmo dalla presenza del fenomeno di Komenda, che lo ha stimolato a migliorarsi nell’interpretare le gare in un altro modo.
“Tadej è stato un fattore incredibilmente importante nel cambiamento che ho attraversato – spiega a IDLProCycling – Mi sono rivisto in lui, nel suo atteggiamento, che avevo anch’io alla sua età. In un momento in cui molti dei miei coetanei si stanno ritirando, questo mi ha permesso di rivivere quei tempi. Tadej mi ha sempre mantenuto vivo e mi ha permesso di continuare a godermi il ciclismo. I ciclisti che si ritirano o sono sul punto di smettere ne parlano spesso. Ma se ci si circonda di persone che amano ancora questo sport e sono piene di passione… queste sono le persone con un’energia positiva che voglio avere intorno. L’amore per il ciclismo è il nostro hobby”.
Per Matthews allenarsi con Pogačar è qualcosa che va oltre l’aspetto fisico: “Non facciamo spesso volate uno contro l’altro. Quando le facciamo, cerco di fare più sprint possibili, perché è una delle poche cose in cui posso batterlo. Questo mi fa stare bene e fortunatamente lui è un corridore che vuole sempre competere. Io sono un po’ più veloce di lui e lui vuole migliorare il suo sprint. Quindi farlo ogni tanto lo aiuta e aumenta la mia fiducia. Inoltre, non ho paura di bruciarmi mentre mi alleno con lui. È uno dei pochi corridori con cui posso allenarmi tutto il giorno a un ritmo costante e parlare allo stesso tempo. Quando ci alleniamo insieme, non sembra di allenarsi, ma di andare a fare una scampagnata insieme. Il solo fatto di godersi la pedalata rende le cose più facili e senza sforzo”.
Corridori con profili molto diversi fra loro, hanno comunque alcuni terreni di scontro durante l’anno, primo fra i quali la Milano-Sanremo, corsa della quale condividono sinora la frustrazione per la mancata vittoria. “Ci sono due modi per vincere la Sanremo – commenta al riguardo – In uno scenario, lui ha le migliori possibilità. Nell’altro, sono io. Per lui deve essere una corsa incredibilmente dura, anche più di quest’anno. Per me, sono contento se arriviamo al traguardo con un piccolo gruppo”.
Rispettivamente secondo e terzo quest’anno in via Roma, i due ovviamente non si sono aiutati nel finale e non lo faranno in futuro: “Ci alleniamo molto insieme, ma siamo pur sempre rivali. Non ci siamo mai fatti alcun favore e mai lo faremo. Siamo buoni amici, ma è bello che io non mi aspetti che lui mi dia qualcosa. E non lo farei nemmeno per lui. Abbiamo un lavoro da fare e rimaniamo professionali. Questo è ciò che continueremo a fare”.
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